“Mio figlio non mi mangia…”. Vedi questi occhi grandi che ho e questa bocca grande che ho? Giuro che non serve a mangiarti meglio, mamma. C’entra ancora quella volta che ti ho dato un mozzico mentre mi allattavi? Pensavo avessi superato lo shock, ero piccolo, non l’ho fatto apposta. Guardiamo avanti, siamo gente matura.
“Mi stai facendo arrabbiare, vuoi farmi arrabbiare? Ora mi arrabbio davvero eh!”. Non so come funzioni tra gli adulti, ma tra i bambini ci si incazza e basta, ci piace così senza anticipazioni o spoiler su come va a finire.
“Vuoi la pasta o il riso? Gli spaghetti col sugo o le polpette…” Fino a ieri mi ciucciavo il piede come un cono gelato, secondo voi ho le idee chiare su cosa voglio mangiare a pranzo?
Odio quando parlate di me come se non fossi nella stanza.
Odio quando non parlate di me, alla fine dovrei essere il vostro argomento preferito al mondo.
Se succede qualcosa e ve lo vengo a dire: “Non fare la spia” e se non lo dico e reagisco “Non devi alzare le mani, la prossima volta dillo a me”. Genitori decidetevi.
Al parco è tutto un “Vai a giocare con quel bimbo, fai amicizia” e poi tra voi non spiccicate parola.
“Scendi bene”, “sali piano”… è come per le auto, fate giochi che vanno ai 300 all’ora e mettete i limiti ai 60.
Fatevene una ragione non è “Heidi ti sorridono i monti, né Heidi ti sorridono in molti” una volta per tutte è: “Heidi il tuo nido è sui monti”.
“Non toccare, è cacca!” e poi vi piace aspirarci la roba dal naso. Una perversione disgustosa, smettetela.
Cosa hai fatto oggi? Di base noi bambini vi aspettiamo, ecco cosa facciamo quando non ci siete. E allora meglio dire “niente”, no?
“La mamma è tanto triste quando fai così”. Cara mamma, a parlare in terza persona siete rimasti Spank, Pasquale Laricchia (di cui grazie al cielo non si hanno più notizie), Hulk e tu. Smettila subito, ti prego.
La fissazione del “Bacio e dormi”. Voi avete visto troppe volte La famiglia americana, che finiva sempre con “Buonanotte Jim Bob!””Buonanotte Elisabeth!””Buonanotte Ben!””Buonanotte Jason!”. E tutti a nanna. La vita non va così, mi spiace, la vita va che state lì con noi almeno un’ora e prima ci accarezzate, poi vi arrabbiate, poi ci minacciate, poi ci addormentate e ci rimboccate. Così è.
Decidetevi con questa storia dei cellulari e dei tablet. Prima era tutto un “hai visto il piccoletto ha cambiato da solo le impostazioni dell’iPhone a sei mesi, che genio!”. Ora vi lamentate perché siamo sempre attaccati a uno schermo e comunque per strada ci usate come cani guida per attraversare mentre voi chattate.
Nano, topo, frizzi pazzi, rospo… anche meno. Avete comprato dei libri per scegliere il nome di battesimo, avete scomodato gli avi e le preferenze letterarie e cinematografiche e poi non lo usate mai, non ha senso.
La saliva per pulirci è da barbari, fa schifo, anche quella santa di mamma.
Sappiate che esiste il FDLDE (fronte di liberazione da Estivil) il nostro motto è “fate la guerra, non fate la nanna”. I bambini con cui “Fate la nanna” ha funzionato li chiamiamo “dormienti”, sono cellule rivoltose perfettamente integrate, la loro vendetta scatterà con la pubertà. E non fanno prigionieri.
“Non fare il bambino piccolo!”. Da che pulpito cari papà… che tanto lo sappiamo che siete bambini con la barba.
I regali. Parliamone dei regali. Noi i giochi educativi li odiamo, ringraziate che non abbiamo il permesso di toccare gli accendini altrimenti sai che bel falò con tutto quel legno da hipster colorato con tinture naturali? A noi piace la plastica, chiassosa, rassicurante, puzzolente, ci piacciono le lucine made in Taiwan, amiamo grattare con i nostri incisivi la vernice tossica. So di bambini che ricevono “l’abbonamento alla rivista del WWF” per Natale. E poi tra voi vi lamentate se invece del diamante vi arriva l’aspirapolvere.
Il gelato è mio e me lo gestisco io. Lavori mamma, hai la tua indipendenza economica, compratene uno tutto tuo di gelato, tanto si ingrassa anche con le leccate a straforo.
Mi dite “non ti toccare lì, lascia stare il pisellino”… Ma è più forte di me, lo accarezzo perché gli voglio tanto bene!
Dieci minuti per far compere in un grande magazzino = cinque giri sulle scale mobili. Non è contrattabile.
Ok mamma, parliamo pure in prima plurale. Ma perché per le cose imbarazzanti siamo una squadra indissolubile (sbaviamo perché stiamo mettendo i dentini, abbiamo fatto pupù liquida) e invece per quelle fighe fai la solista (TU guidi la macchina, TU puoi dire le parolacce, TU puoi scassarti di cioccolata nascosta in bagno)?
“Non fare il timido”. E voi non fate gli stronzi e nessuno si farà male.
Giocare è una roba seria, bisogna farlo seduti sul pavimento, senza interruzioni, senza lavatrici da caricare e telefonate da fare. Concentrati, ragazzi, concentrati!
Alla fine ci piacete così, come direbbe la Mannoia “dolcemente rompipalle”.
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